Quanti cinesi vivevano in Europa nel 18esimo secolo? Ben pochi. Dunque il personaggio che Diana Gabaldon decide di affiancare a Jamie in Voyager, terzo romanzo della saga di Outlander da cui è tratta la terza stagione televisiva, è un figura esotica, una sorta di stramberia, un elemento completamente dissonante rispetto al contesto.
Mr. Willoughby è... bizzarro. Tanto bizzarro da creare controversia; e come nei primi due libri della saga di Outlander l’autrice era stata tacciata di omofobia per aver proposto ai suoi lettori un personaggio malvagio e psicopatico, che tra le sue caratteristiche aveva anche quella di essere omosessuale (anche se, negli anni successivi, Gabaldon ha sostenuto che Black Jack Randall non sarebbe omosessuale e ha ricordato più volte che oltre ad aver violentato Jamie e Fergus, Randall ha anche assaltato sessualmente Jenny e Claire), così per il terzo libro si è attirata gli strali di detrattori che l’hanno accusata di razzismo. Il personaggio di Mr. Willoughby in Voyager è caricaturale. È eccessivo in tutto: ridicolo nel fisico (altro poco più di un metro e venti), sfrenato nell’abuso di alcol (ogni volta che tocca un bicchiere si riduce in condizioni pietose), grottesco nelle sue avance alle donne (la fissazione per i piedi). Molti lettori trovano questa caricatura divertente: si tratta di un personaggio completamente diverso da quel che uno si aspetta, e la letteratura non è – non dovrebbe essere – politicamente corretta. Molti altri però si sentono offesi dal fatto che il primo personaggio “non bianco” apparso nelle pagine di Outlander, il primo di etnia non europea, sia stato tratteggiato come una macchietta. Evidentemente gli autori della trasposizione televisiva di Outlander si sono posti questo tema; enorme, se si pensa alla complessità e vastità del mercato televisivo. Non potevano permettersi di alienarsi, per esempio, tutto il pubblico sinoamericano presentando un personaggio irrispettoso di un'intera etnia. Il Mr. Willoughby che appare nella serie è dunque un altro Mr. Willoughby. A cominciare dal nome: Claire in segno di rispetto impara subito il suo nome vero, quello cinese, Yi Tien Cho. Le scene iniziali che nel libro lo introducono, nella puntata della reunion di Jamie e Claire, sono rimaneggiate e mitigate: quando Jamie lo va a recuperare alla taverna lui ha sì dato fastidio alla cameriera, ma non si è spinto più in là di una leccata di gomito, e non è certo svenuto dall’ubriachezza come invece accade in Voyager. Anzi, nella trasposizione televisiva si mette tranquillamente al tavolo con Claire e le racconta come ha conosciuto Jamie; si comporta in maniera educata e non ridicola. Addirittura, nella puntata immediatamente successiva a quella della reunion Mr. Willoughby assiste Claire in una improvvisata operazione al cervello. Claire infatti decide, in maniera decisamente incongrua, di provare a salvare la vita dell’uomo che l’ha aggredita nella camera del bordello; in questa occasione Mr Willoughby le fa da assistente, dimostrando interesse e grande rispetto per le competenze mediche di Claire. (Tutta questa scena non esiste nel libro e nemmeno potrebbe esistere, dato che l’aggressione ai danni di Claire avviene in tutt’altro contesto, Mr. Willoughby stesso nel libro uccide l’aggressore, che muore sul colpo – e comunque, Claire nel libro non si sognerebbe mai di provare a rianimarlo! Questa infedeltà al libro è stata in effetti fortemente criticata dalla fan base degli amanti della versione letteraria di Outlander). Mr Willoughby è anche, come nel libro, il “salvatore” di Jamie durante la traversata dell'Oceano, dato che grazie all'agopuntura riesce a far scomparire il suo maldimare; qui una piccola ma significativa differenza rispetto al libro è che, se nella versione letteraria lui e Claire si coalizzavano per convincere Jamie a sottoporsi agli aghi, nella trasposizione televisiva è solo lui a insistere con Jamie e a convincerlo; anzi, per due settimane Jamie tiene nascosta la pratica a Claire, perché teme che si offenda (a non essere riuscita a curarlo lui con le tisane allo zenzero). Durante la traversata avviene anche il racconto di Mr Willoughby della sua vita precedente in Cina, e delle circostanze che l'hanno portato ad arrivare in Europa. Si tratta di un discorso poetico che vira in un'escalation rabbiosa contro le donne occidentali: gli sceneggiatori hanno avuto il coraggio di lasciarlo sostanzialmente invariato (con buona pace di coloro che considerano questo discorso misogino e irrispettoso del genere femminile...). La miglioria che hanno apportato, rispetto al libro, sta nel fatto che Mr Willoughby racconta la sua storia in inglese; mentre nel libro il lungo discorso è pronunciato in cinese, con Jamie a fare da traduttore. Un passaggio davvero poco credibile, data sopratutto la complessità del vocabolario e dei concetti del racconto di Mr Willoughby, considerando che Jamie ha imparato il cinese da poco più di un anno: va bene che è un genio delle lingue, ma in quelle pagine di Voyager Diana Gabaldon aveva davvero un po' esagerato la sua competenza linguistica! In linea generale, gli sceneggiatori hanno fatto la loro scelta: è la scelta è quella di presentare un Mr. Willoughby meno macchietta, di dargli più dignità. In quest'ottica si comprende appieno la scelta di tagliare di netto la linea narrativa del “caso di omicidio”, cioè di Willoughby accusato di aver assassinato una signora nella toilette durante il ricevimento del governatore in Jamaica, e di conseguenza della fuga da ricercato; e specularmente la scelta di creare una storia romantica tra lui e la sensitiva Margaret Campbell, completamente inesistente nel libro, addirittura con un happy ending raccontato per voce di Jamie. © insideoutlander