Nell'ultimo episodio della seconda stagione di Outlander gli spettatori avevano conosciuto una Claire 50enne, già vedova, impegnata a portare la figlia Brianna a visitare il Regno Unito. La terza stagione di Outlander riprende invece la narrazione vent'anni prima: e precisamente dal punto in cui era rimasta in sospeso nella prima puntata della seconda stagione. Quella puntata scioccante, inaspettata, in cui Claire ritorna nel Novecento attraverso le pietre, incinta, per sfuggire all'eccidio di Culloden. E ritrova Frank, pronto a riprendersela, a crescere il figlio non suo, a portarla negli Stati Uniti per ricominciare da capo. La seconda stagione non aveva raccontato quel che era successo in quei 20 anni a Claire. Ora é compito della terza stagione farlo.
La linea temporale degli eventi, nel Novecento, è molto compressa; la prima puntata segue la gravidanza di Claire fino al giorno della nascita di Brianna, dunque all'incirca 6 mesi, tra il maggio e il novembre del 1948. Si tratta di materiale completamente originale rispetto al libro da cui la seconda stagione è tratta, Voyager (in italiano in due tomi, “Il cerchio di pietre” e ”La collina delle fate”). Diana Gabaldon non scrive niente, nemmeno una riga, del periodo in cui Claire è incinta a Boston. Dunque tutto quello che gli spettatori vedono è puro frutto della fantasia degli sceneggiatori, che cercano un modo per imbastire una narrazione che segua le “Parallel lives”, le vite parallele dei due protagonisti. L'unico evento che Claire racconta (e nemmeno in Voyager bensì nel libro successivo, Drums of Autumn, il quarto della saga di Outlander) è quello della nascita di Brianna. In questo caso gli sceneggiatori scelgono invece di allontanarsi dalla versione letteraria, e costruiscono per Claire un parto totalmente diverso – meno pericoloso dal punto di vista medico, ma ben più traumatico sotto il profilo psicologico e certamente più controverso dal punto di vista della dignità delle donne – da quello narrato da Diana Gabaldon. In sostanza dunque tutte le scene della prima puntata ambientate nel Novecento nel libro non esistono – e l'unica che esiste è completamente stravolta. Il risultato però è molto efficace: vedere Claire incinta, infelice, ingabbiata in una vita che non sente sua, e trattata con sufficienza e condiscendenza per il solo fatto di essere donna spezza il cuore. La seconda puntata copre il primo anno della vita di Brianna, il 1949: si apre mostrando Claire nel ruolo di mamma, e sottolineando il grande sessismo e maschilismo dell'epoca, e si chiude con la decisione di Claire di iscriversi all'università. Anche in questo caso tutta la narrazione è completamente frutto dell'estro degli sceneggiatori: niente di quel che si vede nella versione televisiva è presente in Voyager. E anche qui l'unica scena che esiste, quella in cui Claire fa l'amore con Frank per la prima volta dopo la nascita di Brianna – e più in generale dopo il suo ritorno nel Novecento, dato che in gravidanza non ci sono stati contatti fisici tra i due – viene completamente rivisitata (solo il prologo, con il dialogo mattutino tra Claire e Frank appena uscito dalla doccia sui progressi di Brianna, è trasposto in maniera fedele). Nel libro Gabaldon imbastisce una scena molto complessa, in cui Claire si stressa preparando una cena e fronteggiando una serie di inconvenienti snervanti; alla fine sbotta e scappa, all'arrivo di Frank, lasciandolo solo con la bambina e gli ospiti e la cena nel forno. Va a rifugiarsi in chiesa, compiendo un rito che aveva imparato nell'abbazia dove Jamie era stato curato dopo Wentworth. Qui Frank accorre a notte fonda a recuperarla; e tornati a casa, dopo che lei ha allattato Brianna e l'ha messa a letto, Frank prende in bocca un seno di Claire ancor pieno di latte per darle sollievo, e il gesto – di una sensualità disturbante – dà l'avvio al loro amplesso.
Tutto è tagliato. La puntata mette in scena il primo rapporto in una maniera molto più normale, Claire è inquieta, gli spettatori la vedono (o meglio, la intuiscono) masturbarsi pensando a Jamie, finché qualche notte dopo non capitola e decide di cercare soddisfazione al suo desiderio con il marito che ha lì sottomano – anche se non è Jamie, bensì Frank. Il quale Frank ci sta la prima volta, ma già dalla seconda, di fronte al caminetto, si inalbera perché lei tiene gli occhi chiusi, l'accusa di pensare a quell'altro, e chiude i giochi. La puntata si chiude con la decisione di Claire di iscriversi all'università, e qui sta una grande differenza con la versione letteraria dal punto di vista delle tempistiche. In Voyager infatti Gabaldon lascia Claire a fare la mamma a tempo pieno per ben sette anni: l'iscrizione all'università avviene quando Brianna comincia le scuole elementari, dunque indicativamente nel 1954-1955. Lo show sceglie invece di mandare subito Claire alla facoltà di medicina: già nel settembre 1949, dunque quando Brianna ha poco meno di un anno, comincia l'avventura universitaria di Claire. In effetti questo è un netto miglioramento rispetto al libro: non era molto credibile, infatti, che cominciando l'università così tardi Claire riuscisse in soli 12 anni a laurearsi, specializzarsi in chirurgia e diventare addirittura primario. Ma è la terza puntata quella più problematica dal punto di vista della linea temporale lato Novecento. Perché gli sceneggiatori compiono una scelta che dire azzardata è un eufemismo: concentrare ben 10 anni, tra il 1956 e il 1966, nello spazio di poche scene. Anche qui, tutto quel che vediamo nel libro non esiste. Diana Gabaldon non racconta la colazione in cui Frank rigetta l'invito ad andare al cinema insieme, non racconta la festa per la laurea di Claire funestata dall'arrivo dell'amante di Frank; non racconta la festa per i 16 anni di Brianna, né la cerimonia per il suo diploma. Niente di tutto questo esiste in Voyager. Anche qui, gli sceneggiatori prendono il solo elemento relativo a quell'epoca che in effetti nel romanzo esiste: e cioè la spaventosa litigata di Claire e Frank, al termine della quale lui esce di casa, prende la macchina, fa un incidente e muore. Ma nella trasposizione televisiva vi sono talmente tanti cambiamenti al contenuto della litigata che quel che rimane invariato – l'intenzione di Frank di chiedere il divorzio e trasferirsi in Inghilterra senza Claire, portando Brianna con sè – risulta pressoché irriconoscibile. Vi è anche un piccolo spostamento nella linea temporale degli eventi: nel libro Frank muore a gennaio del 1966, dunque non fa in tempo ad assistere al diploma di Brianna. Gli sceneggiatori scelgono invece di allungargli la vita di sei mesi, e collocano la sua morte indicativamente a giugno del 1966, permettendogli dunque di assistere a quel momento importante della figlia che ha cresciuto come sua. La quarta puntata rallenta decisamente il passo. Taglia corto il periodo di “lutto” della famiglia Randall per la morte di Frank, e arriva al “dunque”, al 1968, ricostruendo tutto il percorso compiuto da Claire, con l'aiuto di Brianna e Roger, per rintracciare Jamie nel passato e accertarsi che sia ancora vivo, 202 anni prima. Anche questa puntata mette a dura prova lo spettatore, che senza essere avvisato si trova dal 1966 al 1968: nella puntata prima l'ultima cosa che aveva visto era il cadavere di Frank Randall nell'obitorio dell'ospedale di Boston, nel 1966, e invece all'inizio della quarta si trova catapultato in Scozia, due anni dopo. Eppure dopo l'ora più buia arriva il giorno, e così nella quinta puntata, quasi interamente ambientata nel Novecento, finalmente gli sceneggiatori trovano il passo giusto. Pur essendo l'episodio pressoché interamente costruito ex novo (in Voyager, esistono in pratica solamente le scene con Joe Abernathy, quella col teschio e quella in cui Claire gli chiede se la trova attraente), il risultato è straordinario. Esiste un'unità di tempo – le due settimane appena prima del Natale 1968 – e sopratutto esiste un filo conduttore: gli elementi che, uno dopo l'altro, portano Claire a convincersi di voler davvero tornare indietro e provare a ricongiungersi con James Fraser. Due curiosità, una di tempo e una di luogo. La trasposizione tv sposta di quasi due mesi in avanti il ritorno di Claire nel Settecento. Nel libro lei viaggia attraverso le pietre appena dopo Halloween, dunque all'alba del 1° novembre 1968, arrivando il 1° novembre 1766. La serie tv mette invece in scena il ritorno di Claire appena dopo Natale, dunque indicativamente il 26 dicembre 1968. Dal punto di vista logistico, la decisione di Claire di partire, con tutti i relativi preparativi, è ambientata nel libro direttamente a Inverness; mentre gli sceneggiatori scelgono di usare Boston, facendo volare Claire in Scozia da sola, una volta presa la sua decisione, trascorrendo l'ultimo Natale con la figlia Brianna e poi lasciandosela alle spalle. La linea temporale del Novecento si interrompe alla fine della quinta puntata, quando Claire attraversa le pietre. © insideoutlander