Geneva Dunsany è giovane. È bella. È in età da marito. E disgraziatamente è la figlia maggiore di una famiglia blasonata ma in difficoltà economiche, che pensa bene di utilizzarla come merce di scambio dandola in sposa a un uomo con il quadruplo dei suoi anni.
Anche se appare in Voyager soltanto per una ventina di pagine, Geneva dà il titolo a uno dei capitoli più intensi e pepati del romanzo, segno evidente che l’autrice, Diana Gabaldon, lo considera un personaggio chiave. E in effetti lo è: perché la sua pur breve esistenza lascerà un segno indelebile nella vita di Jamie. La narrazione televisiva lascia il carattere di Geneva invariato, così come il nocciolo della storia con Jamie (il ricatto, l’amplesso notturno, la morte). Spariglia un po’ però il contesto. Una prima differenza è che Geneva in realtà passa pochissimo tempo con Jamie, nella serie. Quando lui arriva con Lord John dalla prigione di Ardsmuir, infatti, la famiglia Dunsany è in viaggio in Italia. Lui dunque passa i primi mesi a Helwater senza entrare in contatto coi ”padroni”. Quando lei arriva, subito viene promessa a Ellesmere, il matrimonio fissato per due settimane dopo. Tutti gli avvenimenti dunque precipitano. Nel libro, invece, Geneva dispone di molti mesi – dal settembre del 1756 al maggio del 1757 – per maturare la cotta per “MacKenzie”. Va a cavallo con lui, richiedendo espressamente la sua presenza come accompagnatore. Vi è poi un piccolo scostamento nella modalità attraverso cui Geneva ricatta Jamie: nel libro lo fa attraverso una lettera di Jenny intercettata, nella serie attraverso alcune informazioni carpite al fratello di Lord John. Ma il risultato non cambia affatto: l’obiettivo di Geneva, vincere le resistenze di Jamie minacciandolo di svelare un suo segreto, viene centrato.
Vale la pena però di notare come il personaggio di Geneva sia un po’ più approfondito e nobilitato, nella narrazione televisiva. La sua scelta di costruirsi una prima notte di nozze a suo piacimento è presente anche nel libro, certo.
Ma mentre nella narrazione di Diana Gabaldon assomiglia più che altro a un capriccio, a una bravata, gli sceneggiatori con una sola battuta in più riescono a far emergere con più chiarezza la valenza psicologica del gesto. “I'm doing this for myself. I want my first time to be with someone like you”. La Geneva televisiva insomma è una protofemminista: “l’utero è mio e me lo gestisco io”, per così dire, con più di duecento anni di anticipo sulle sessantottine! E rispetto al libro è anche più ironica (le risate dopo che Jamie l’ha buttata nel fango) e vulnerabile (quell’ “I don’t know what to do” appena sussurrato, senza fiato, quando Jamie le si accosta la prima volta, dice tutto). Il che la rende innegabilmente più simpatica agli occhi degli spettatori. Tornando alla puntata, un piccolo dettaglio è che la storia con Geneva viene un poco anticipata, nella serie, rispetto al libro: nella serie tv, stando ai sottopancia, la loro notte di intimità è collocata in un momento indefinito nella seconda metà del 1756. Mentre nel libro avviene appunto a maggio del 1757. Ne deriva, di conseguenza, che il piccolo Willie nasce televisivamente sei mesi prima – a metà del 1757 anziché a gennaio 1758. Un altro scostamento interessante è la questione dell’età. Nel libro Geneva ha 17 anni nel settembre del 1756, quando Jamie arriva a Helwater, e sempre 17 anni nel maggio del 1757, quando lo ricatta. Quando muore di parto ha 18 anni e mezzo. La questione dell’età è focalizzata più volte, in particolare per evidenziare la giovinezza di Jamie rispetto alla vecchiaia del conte di Ellesmere. In un passaggio di Voyager, Geneva chiede a “MacKenzie” quanti anni abbia, e lui risponde qualcosa tipo “il doppio dei tuoi”. In effetti è proprio così: Geneva va per i 18 anni, Jamie ne ha appena compiuti 36. Lui si sente molto più vecchio di lei, e in effetti lo è – ma certamente è un aitante giovanotto in confronto al vegliardo che sta per diventare il marito di Geneva. Nella serie tv invece l’età di Geneva è omessa – così come quella della sorella Isobel – dando per sottinteso che le due ragazze siano sulla ventina. Probabilmente per evitare il solito strascico di polemiche, ben presente tra i commentatori del libro da oltre vent’anni, sul fatto che Geneva sia “minorenne”... (poco importa che all’epoca a 17 anni si fosse spesso già sposate con figli, i bacchettoni non ragionano secondo le logiche usuali...) al momento dell'amplesso con Jamie. Geneva è, innegabilmente, un altro colpo da maestro dell’ufficio casting di Outlander. L’attrice chiamata a interpretarla, Hannah James, è semplicemente perfetta. Non solo corrisponde pressoché alla lettera alla descrizione fisica che Gabaldon fa di Geneva in Voyager, ma è anche straordinariamente brava a rendere il carattere di questo personaggio, altezzoso e capriccioso ma anche complesso. Ps: il nome è Geneva. Ge-ne-va. Purtroppo la traduzione infelice dei libri in italiano, nel 2005, ha storpiato il suo nome in Ginevra (e perché non Clara allora, anziché Claire?). Fortunatamente lo spin off dei libri che hanno come protagonista Lord John, invece, riporta il suo nome correttamente.