Siete nei panni di una giovanissima nobildonna inglese del Settecento. Avete bellezza, educazione, e tutta la vita davanti. Sognate il vostro futuro, un futuro fatto di lusso e buone maniere e vita di società. Invece vostro padre si accorda per darvi in sposa a un ricco sessantenne orrendo. A quel punto alzate lo sguardo e guardate lì dove non avreste mai guardato: allo stalliere che si prende cura dei cavalli della vostra scuderia. Lo osservate: lui è un uomo fatto, ma giovane. E bellissimo. Ed è un vostro sottoposto, un servo – con un segreto da custodire che voi siete stati abbastanza abili da scoprire e usare a vostro vantaggio.
Cosa fate? Sposate il sessantenne senza fiatare, rassegnandovi al vostro destino di trophy wife. Oppure... Oppure. La circostanza che porta Jamie Fraser a interrompere per la seconda volta il suo periodo da monaco, durante i vent’anni di separazione da Claire, si chiama Geneva Dunsany. È lei che lo cerca, lei che lo ricatta, lei che lo obbliga a passare la notte con lei, ben determinata a non lasciare che il vecchio conte di Ellesmere si prenda la sua verginità. Jamie rifiuta l’offerta. Prova a sfilarsi da quella situazione. Non è attratto da quella giovane viziata, e non vuole problemi. Ma lei lo ricatta. Il ricatto è leggermente diverso nel libro (in cui Geneva intercetta una lettera che Jenny gli ha scritto – a Jamie è proibito, in quanto prigioniero, intrattenere corrispondenza privata – e ventila di svelare al padre i contenuti) rispetto alla trasposizione televisiva, dove Geneva estorce a Lord Melton informazioni su Red Jamie e minaccia di darle a sua madre, che gli ex giacobiti responsabili della morte di suo figlio a Prestonpans non può vederli neanche in cartolina. Ma il senso rimane invariato: Geneva ha una carta da giocare con Jamie. E la gioca. E vince il piatto. Dal punto di vista di Jamie, sia nella puntata della serie tv che racconta le vicende di Helwater (la quarta della terza stagione) sia nel libro da cui l’intera stagione è tratta (Voyager), la notte con Geneva è un coacervo di pensieri e sensazioni contrastanti.
Lui è attratto da Geneva? Per niente. L’avrebbe corteggiata di sua spontanea volontà? Mai e poi mai. La apprezza? No, la considera una ragazzina viziata e un pericolo per sè e per Lallybroch. Eppure... Eppure quando entra nella sua stanza, e si spoglia, e la prende, i suoi sensi prendono il sopravvento. Non la ama, certo. Ma la desidera, in quel momento. La scena, nella trasposizione televisiva, riporta molti dei dialoghi originali, per la soddisfazione dei fan dei libri. C’è una enorme differenza però rispetto al romanzo: Ron Moore e la sua squadra scelgono di tagliar fuori il passaggio più controverso di tutta la scena di sesso. E precisamente, l’attimo in cui Jamie deflora Geneva. Perché nel libro, in quel momento, accade l’impensabile: dopo averlo obbligato ad essere lì, dopo averlo addirittura ricattato per convincerlo a raggiungerla nella sua stanza, dopo averlo sollecitato a spogliarsi e a prenderla, dopo averlo baciato e toccato, Geneva si fa prendere dal panico. E terminati i preliminari, quando Jamie si mette sopra di lei e comincia a entrarle dentro, cercando di fare il più piano possibile, lei gli dice che è troppo grosso. Che le fa male. E gli intima di tirarlo fuori. Jamie è basito. Cerca di calmarla. Fa pianissimo. La blandisce. Ma poi chiude la questione: le mette una mano sulla bocca e si spinge dentro di lei. Ha compiuto il compito per il quale lei l’ha attirato nel suo letto, ha ottemperato la sua richiesta. E contemporaneamente è anche un giovane uomo che entra di nuovo nel corpo di una donna dopo quattro anni di astinenza. Qualche spinta e arriva a un orgasmo fragoroso.
Jamie dunque ha violentato Geneva? Certo che no. Una volta tornato in sè, le chiede – come accade anche nella serie – se le ha fatto male. La pulisce delicatamente in mezzo alle gambe. E riceve le sue avances, ancora e ancora. Geneva vuole fare ancora l’amore, lo vuole fare tutta la notte. Passato il momento di choc, è lei la prima a capire, e ad andare avanti. Ovviamente ci sono migliaia e migliaia di lettori che nel quarto di secolo tra la prima pubblicazione di Voyager (nella versione italiana, il capitolo che narra queste vicende è contenuto nel primo tomo, “Il cerchio di pietre”) e oggi si sono sperticati a condannare il personaggio di Jamie e a gridare allo stupro, sostenendo che un no è un no e va rispettato in qualsiasi occasione, e che un rapporto sessuale da consenziente può diventare violenza in qualsiasi momento, se uno dei due vuole interromperlo e l’altro prosegue. Ma siamo seri: no, Jamie non violenta Geneva. Eppure una scena così era letteralmente intraducibile sul piccolo schermo. Avrebbe creato solo un flame di polemica inutile.
La prima volta di Geneva è dunque molto, molto più dolce nella serie tv. Jamie la guida, con gesti e parole che non esistono nella versione letteraria (le mani intrecciate sul suo petto, per insegnarle a toccarlo; l’indicazione di muoversi insieme a lui, una volta entrato dentro di lei...) e che risultano quasi commoventi. Anche nel libro, certo, lui la tratta con rispetto e le rivolge parole gentili. Ma la trasposizione televisiva rende la scena molto più delicata, e conferisce al personaggio di Geneva una vulnerabilità che la rende quasi simpatica – un esempio tra tutti, quando lei quasi senza fiato ammette di non sapere cosa si deve fare, e subito dopo gli spiega che la sua decisione è un atto di autodeterminazione. La scena tv è estremamente esplicita, e molto sexy. Jamie fa sesso con Geneva in maniera partecipe e appassionata. Ma attenzione: la serie resta molto fedele al libro. Per Jamie quel che sta accadendo, pur fisicamente dirompente anche per lui, è qualcosa di contrario al suo volere. Lui non è contento di quel che sta facendo. E infatti, nella trasposizione televisiva, c’è un particolare molto significativo: Jamie non sorride mai. Neanche una volta. Neanche quando giace accanto a lei, nel momento di nirvana appena dopo l’orgasmo. Il suo volto è una maschera di serietà. Oltre a questo, vale la pena citare altre due piccole differenze. La prima riguarda il tempo che Jamie e Geneva passano insieme. Nel libro lui entra in camera di lei a notte fonda e vi rimane per almeno cinque-sei ore; se ne va prima dell’alba. Dopo il primo amplesso ve ne sono come minimo altri due, e in particolare la dichiarazione di Geneva, “ti amo”, con la conseguente breve dissertazione di Jamie sulla differenza tra sesso e amore, avviene tra il secondo e il terzo. Quando fa ritorno al suo giaciglio, Diana Gabaldon specifica che Jamie si sente “svuotato di tutto”. Nella versione televisiva la questione è lasciata all’immaginazione degli spettatori. Dopo la prima volta i due parlano un poco, prima distesi uno accanto all’altro, poi seduti vicini sul letto. La scena si interrompe sul primo piano di Jamie, che in tutta evidenza pensa a Claire. Poi si sarà alzato, rivestito e se ne sarà andato via? Oppure sarà stato richiamato a letto da Geneva per un secondo round? Ognuno può pensarla come vuole. L'altra piccola differenza è il tempo a disposizione per la costruzione del rapporto tra Jamie e Geneva. Nel libro lei si incapriccia di lui quasi subito dopo averlo conosciuto, e per mesi pretende che sia lui ad accompagnarla a cavallo; inoltre, tra il momento del ricatto e la notte passano ancora alcuni giorni, e anzi Jamie si raccomanda di sceglierne uno sicuro, per avere meno probabilità di rimanere incinta. Nella serie invece Geneva torna a Helwater con tutta la famiglia dopo un viaggio in Italia, immediatamente viene informata del matrimonio combinato con Ellesmere da celebrarsi da lì a due settimane, e il ricatto avviene in maniera subitanea: “Come to my room tonight”. Ciò impatta anche sulla collocazione temporale della notte in questione. Nel libro essa avviene a maggio del 1757. Il piccolo Willie nasce poi in una gelida e tempestosa notte di gennaio del 1758. Nella trasposizione televisiva tutto è accelerato, e la notte è collocata in un momento indefinito verso la fine dell'anno precedente, il 1756, come si evince dai sottopancia. Dunque gli sceneggiatori scelgono di anticipare l'incontro di Jamie e Geneva di circa sei mesi. © insideoutlander