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Sterilità

Vuoi dei figli? Puoi averne? Il tema della fecondità e del suo opposto, la sterilità, attraversa la storia umana ed è attuale in tutte le epoche. Voler fare un figlio con il proprio partner, doverlo fare per garantire una discendenza, riuscirci o non riuscirci, curare la sterilità oppure evitare una gravidanza indesiderata, restare insieme a qualcuno che non è in grado di generare oppure andare a cercare altrove qualcuno di più fecondo/a, o semplicemente più compatibile... Quante donne sono state marchiate dall'infamia di essere sterili, quante regine ripudiate nei secoli per non aver saputo dare un erede al proprio re? Il tema viene affrontato anche in Outlander, naturalmente, con tempistiche e modalità diverse nel libro e nella serie TV. Nella primissima parte del primo romanzo “La straniera”, ambientata nell'aprile 1945, durante un dialogo tra Claire e Frank quest'ultimo fa un discorso sulla prospettiva di diventare padre. La coppia, pur sposata da 8 anni (dal 1937, come Diana Gabaldon precisa nel secondo romanzo della saga), fino a quel momento non ha mai concepito; una ragione è certamente che negli ultimi sei anni di matrimonio i coniugi sono stati separati, a causa della guerra, e hanno avuto pochissime occasioni per vedersi. L'altra possibile ragione è ovviamente l'eventuale sterilità di uno dei due, che incombe come un'ombra sulla prospettiva di metter su famiglia.

Nel passaggio in questione Frank dice a Claire di non prendere in considerazione l'ipotesi di una adozione, per timore di non riuscire ad amare un figlio non biologicamente suo. Questo dialogo nella prima stagione viene tagliato dagli sceneggiatori; verrà parzialmente recuperato nella prima puntata della seconda stagione, in un dialogo tra il reverendo Wakefield e Frank, quando quest'ultimo si trova di fronte non a una speculazione teorica su questo tempo, ma a una scelta concreta da prendere rispetto alla sua vita e a quella di Claire. Il personaggio di Frank è effettivamente sterile: ha fatto degli esami medici per averne conferma, come nella serie TV confida al reverendo Wakefield in quello stesso dialogo. Nella narrazione di Diana Gabaldon, invece, Frank ne parla direttamente con Claire molto più avanti – durante una furiosa litigata – confessandole di aver avuto appunto da un esame medico la certezza della sua sterilità. Il dialogo si trova nel terzo libro della saga, “Voyager” (in italiano suddiviso ne “Il cerchio di pietre“ e “La collina delle fate”). Questo per quanto riguarda Frank. Ma Claire? Claire è a sua volta convinta di essere sterile. Nel libro lo confida a Geillis, nella trasposizione televisiva anche a Mrs Fitz. E negli anni Quaranta – figuriamoci nel Settecento – non c'era granché da fare: non esistevano grandi cure in proposito. Ma in realtà Claire naturalmente non è sterile: prova ne sia che, cambiando partner, resterà incinta e diventerà madre. Si può però dire con ragionevole certezza che il personaggio di Claire non sia particolarmente fertile, sopratutto se si valutano la frequenza e l'intensità degli amplessi che ha con Jamie (in una pagina di “Dragonfly in amber”, lui facendo un conto a spanne calcola che abbiano fatto l'amore 500 volte nel loro primo anno di matrimonio), e li si confrontano con l'esiguità delle volte in cui resta incinta. Un personaggio davvero sterile, in Outlander, è Colum Mackenzie. Il laird di Castle Leoch ha una malattia che gli deforma le gambe – Claire la riconosce subito come una malattia genetica degenerativa, meglio nota nel Novecento come sindrome di Toulouse-Lautrec – e che tra le conseguenze ha anche quella di rendere impotente e sterile chi ne soffre. Ma il clan Mackenzie ha bisogno di un erede, e di un erede nelle cui vene scorra vero sangue Mackenzie: per questo il fratello di Colum, Dougal, si presta a fare quello che oggi definiremmo il “donatore di seme”, giacendo in segreto con la moglie di Colum fino a ingravidarla. Il tema della sterilità e quello della paternità acquisita, o condivisa, non necessariamente biologica, sono già centrali nel primo romanzo della saga di Outlander, e ancor di più nei successivi. © insideoutlander

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