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Wentworth


Ci sono cose che risultano impressionanti, dolorose, scioccanti lette sulla carta. Di solito, quando queste cose vengono raccontate per immagini risultano ancor più toccanti dal punto di vista emotivo: possono suscitare pena, orrore, disgusto. Ciò che accade a James Fraser nella prigione di Wentworth, ad opera di Jonathan “Black Jack” Randall, viene narrato da Diana Gabaldon nell'ultima parte de “La Straniera”. Si tratta di una scena raccontata parzialmente direttamente dal personaggio di Claire, in prima persona, per quello a cui lei ha assistito mentre era lì; e poi completata attraverso una ricostruzione in flashback, dalla voce di Jamie, che una volta portato in salvo racconta cosa gli è accaduto dopo che lei è uscita dalla cella. Claire dunque assiste al momento in cui Randall inchioda la mano di Jamie al tavolo, ed è testimone del patto aberrante stipulato tra i due: purché Randall la lasci libera, Jamie accondiscende a concedersi a lui, promettendo di non ribellarsi e non difendersi, permettendogli di fare ciò che vuole del suo corpo. Poi, una volta tratto in salvo, è Jamie a raccontare le sevizie che ha subito: non solo fisiche, ma anche mentali. Sul piano televisivo, gli avvenimenti di Wentworth occupano le ultime due puntate della prima stagione di Outlander. Le immagini delle violenze che Randall infligge a Jamie sono dure da sopportare, estremamente esplicite, ma... necessarie. Mostrare tutto è stata una scelta coraggiosa, da parte di Ronald D. Moore, sicuramente al di fuori della comfort zone della maggior parte delle serie TV.

Ma è come se ogni spettatore potesse percepire, nel guardare queste due puntate, che niente è gratuito. Non le nudità dei due uomini, non il sangue, non i dettagli delle torture o dei ripetuti stupri. È tutto funzionale alla storia, è tutto indispensabile per costruire e ridefinire i personaggi, per spingerli avanti nella narrazione. In linea generale, quel che accade a Wentworth nel libro accade a Wentworth anche nella serie. Vi sono però nella trasposizione televisiva alcuni scostamenti dalla pagina scritta che vale la pena di annotare. Innanzitutto, piccole discrepanze dal punto di vista delle sevizie fisiche che Jamie subisce. Per esempio, nel libro Jamie racconta che la prima volta che Randall lo ha stuprato, lo ha fatto delicatamente, usando dell'olio alla lavanda come lubrificante. Nella serie TV invece il primo stupro è subitaneo e brutale, Jamie viene rivoltato sul tavolo della cella, e Randall usa il suo sputo per aprirsi la via tra le natiche della sua vittima. È una differenza significativa: nel libro la brutalità fisica è descritta in un climax, va ad aumentare, mentre nella trasposizione televisiva quella fisica va a diminuire, e la dolcezza finale cela il frutto avvelenato: il climax della violenza psicologica. Un altro aspetto che riguarda il fisico è la questione del marchio: nel libro Randall rende incandescente l'anello con il suo sigillo e marchia Jamie, come una bestia; nella serie TV quel momento arriva quando Jamie è già talmente piegato e annullato che Randall gli chiede una prova di sottomissione (“Show me you're mine”), e gli porge il sigillo: è Jamie stesso ad “auto-marchiarsi”. Nella trasposizione televisiva, il sigillo JR è di quelli da tavolo, su un supporto cilindrico, non un anello – il che risolve anche alcune incoerenze dal punto di vista prettamente fisico, perché non era chiaro in effetti come Randall potesse maneggiare un anello reso incandescente senza scottarsi a sua volta, dato che il metallo è conduttore di calore.

Infine, tre scostamenti minori: la serie TV ”risparmia” a Jamie le ulteriori frustate sulla schiena che invece Randall gli infligge nel libro; i profondi tagli sul petto che gli pratica con un pugnale per poi eccitarsi leccando il suo sangue dalle ferite aperte, e il sesso orale che Randall lo obbliga a praticargli. Quest'ultimo specifico particolare viene esplicitato non ne “La Straniera” bensì incidentalmente, nel romanzo successivo “Dragonfly in amber” – in italiano nel primo tomo “L'amuleto d'ambra”– durante un concitato dialogo in cui Jamie ricorda a Claire quel che ha passato a causa di Black Jack Randall. Anzi, nella trasposizione televisiva è al contrario Randall che, nel tentativo di far reagire i sensi della sua vittima, accenna una fellatio. Ma le discrepanze più significative sono quelle più profonde, relative al modo in cui Jamie reagisce emotivamente e psicologicamente a quel che gli sta accadendo. In particolare, gli sceneggiatori scelgono di modificare un dettaglio della narrazione di Gabaldon, e di amplificarne un altro. La modifica riguarda il “ti amo”. Essendo Randall, nella sua maniera psicopatica e malata, innamorato di Jamie, nel libro quel che desidera è essere ricambiato: dunque durante la notte gli chiede di dirgli “ti amo”. Jamie si rifiuta pervicacemente di dirglielo, patendone anche le conseguenze con un ulteriore assalto sessuale particolarmente aggressivo. A Claire racconta che avrebbe potuto dirgli qualsiasi cosa gli avesse chiesto, ma non quello. Nella serie, invece, l'obiettivo di Randall non è di essere amato da Jamie, bensì di possederlo: dunque non gli chiede di dirgli ”ti amo”, ma di assoggettarsi, sottomettersi a lui. Di dimostrargli, appunto, che “è suo” (da qui, il marchio). L'elemento che invece gli sceneggiatori amplificano è quello relativo al desiderio di morte di Jamie. Nel libro non c'è in lui una capitolazione totale. C'è un momentaneo desiderio di essere morto (“He made me do worse thing than that, and before the end he made me want verra badly to be dead”, che nella traduzione in italiano diventa: “Mi ha fatto fare cose anche peggiori di queste, e alla fine avevo solo voglia di morire” – anche se letteralmente sarebbe dovuto essere reso con “voglia di essere morto”), ma non c'è il patto con Randall di ucciderlo tagliandogli la gola prima che arrivi il momento dell'impiccagione. E di conseguenza non c'è il passaggio in cui Jamie si rivolge a Randall, all'alba, chiedendogli di onorare la promessa. È una aggiunta funzionale alla scelta che la produzione TV compie e che dipanerà i suoi effetti lungo tutta la prima parte della seconda stagione, nel periodo parigino: lo choc di Jamie, la sua rielaborazione delle violenze subite, è incommensurabilmente più difficile e penosa nella serie di quanto non lo sia nel libro . Infine, la discrepanza più enorme é quella relativa al post-Wentworth, a partire semplicemente dalle ore successive al salvataggio. In TV vediamo Jamie incosciente, trasportato su un carretto verso l'abbazia; e poi lo vediamo distrutto, apatico, completamente incapace di reagire all'accaduto. Un uomo ridotto all'ombra di se stesso, devastato nel corpo e nell'anima. Non parla con nessuno, nemmeno con Claire, e pensa al suicidio come all'unica soluzione per uscire dall'incubo che sta vivendo. Jamie è annientato. Nel libro, invece, non è così. Jamie reagisce in maniera molto più energica. La sua prima, immediata reazione è la contentezza per aver scampato la morte: soffre, certo, per le ferite e le sevizie, ma non sembra traumatizzato. Anzi trova anche la forza di scherzare, con Claire e con il padrone della tenuta dove si sono rifugiati. Fa delle battute quasi incredibili: rispetto alla violenza sessuale subita, rileva per esempio che “Almeno per un po' di tempo non sarò stitico” (“At least I'll not be costive for a bit”). Non rifugge il contatto con Claire, anzi le chiede di abbracciarlo. Procede immediatamente, con l'aiuto del padrone di casa, a estirpare dal petto il marchio JR. Dà talmente tante prove di forza d'animo, resistenza e risolutezza, in quelle prime ore dopo la liberazione, che Claire scherzando lo definisce “John Wayne”.

E sopratutto racconta quasi subito della violenza subita: “Credo che dovrò buttare fuori tutto, prima che mi soffochi” (“I think I am going to have to drag it all out before it chokes me”) dice a Claire, cominciando a raccontare. Non che nelle pagine scritte da Diana Gabaldon manchi del tutto l'introspezione psicologica, o la profondità. Vi sono poi dei passaggi in cui l'angoscia di Jamie viene raccontata anche ne “La Straniera”: il tracollo è però spostato a un secondo momento, come se lo choc lo cogliesse ”a scoppio ritardato”. La serie TV ha trovato una modalità narrativa più azzeccata, descrivendo gli effetti della violenza con più coerenza e credibilità.

© insideoutlander

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