Quando gli sceneggiatori sono top, sono top. Nella terzultima puntata della seconda stagione di Outlander c'è una scena iper-romantica, ambientata nella camera da letto di Claire e Jamie nell'accampamento. Guardandola dormire, lui pronuncia una sorta di dichiarazione d'amore - preghiera, chiedendo a Dio di proteggerla per sempre, e di proteggere il figlio che forse già porta in grembo.
God shield my beloved, my white dove -- and the child that she may bear. Preserve her from violence and from harm. In this place and every place, on this night and on every night. Poi Claire si sveglia, gli chiede qualcosa tipo “che dicevi?”, e lui le risponde che le cose che stava dicendo sono solo per chi dorme, non sono ripetibili quando si è svegli. Qui, signori, siamo di fronte a una vera e propria finezza. Perché la risposta alla domanda “esiste questa scena nel libro?” è: sì. Ma non esiste il contenuto della preghiera di Jamie - semplicemente perché non potrebbe esistere! L'intero romanzo (quantomeno per quel che riguarda la parte ambientata nel Settecento) è infatti scritto secondo il punto di vista di Claire, che può dunque raccontare solo quel che ha visto e che ha sentito. Essendo addormentata mentre Jamie pronuncia quelle parole, lei non può riportarle. La squadra di Ronald D. Moore ha però colto al volo l'opportunità. Loro sì che potevano, non essendo vincolati al punto di vista di Claire, mettere in scena la preghiera di Jamie. E lo hanno fatto. Le parole della preghiera, per la cronaca, sono dolcissime. Chi le ha scritte? Diana Gabaldon in persona. Che proprio di questo episodio – e forse non a caso – è sceneggiatrice. © insideoutlander