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Parità di genere

Outlander ha una particolarità che lo rende completamente diverso da ogni altra serie finora esistente. Pur essendo pensato per il pubblico più vasto (e del resto non a caso la prima stagione ha fatto registrare nel 2014-2015 il record assoluto di spettatori per una serie prodotta da Starz), ed essendo dunque di fatto un prodotto televisivo “di largo consumo”, costruisce e propone al pubblico una narrazione assolutamente non stereotipata del ruolo delle donne.

Le donne sono forti, in Outlander. Fortissime. Lo è la protagonista, Claire, che sopravvive grazie alla sua professionalità (competenze medico-infermieristiche), gestisce i rapporti con gli uomini in maniera orgogliosa e paritaria (anche quelli che, come Dougal Mackenzie, provano a soverchiarla), e costruisce con entrambi i suoi mariti rapporti basati sulla fiducia e sul rispetto. In particolare non sfugge che proprio nella sua formazione e nella competenza professionale che ne deriva sta la chiave della sua forza: attraverso quel che sa fare lei si costruisce credibilità e porta gli altri a rispettarla. Forti sono anche gli altri personaggi femminili, come Jenny Fraser Murray, la sorella di Jamie, che addirittura pochi giorni dopo il parto accompagna Claire in una missione pericolosa a cavallo, per ritrovare le tracce di Jamie arrestato dai soldati inglesi. Altro che madre di famiglia mansueta! Qui c'è anche la scena del ”latte tirato”, una cosa davvero mai vista in TV: quando mai il tema dell'allattamento al seno, e degli inconvenienti “fisici” che comporta per una puerpera separarsi dal suo bebé, era stato raccontato in maniera così vivida, ironica eppure sincera? Brava Gabaldon a raccontarlo nel libro, ma in questo caso ancor più bravo Moore a mantenere coraggiosamente la scena nella trasposizione televisiva.

Poi c'è la questione del sesso. Il sesso in Outlander non è mai fine a se stesso. È una dichiarazione di intenti, un messaggio specifico: qui il sesso è paritario. Sia l'uomo sia la donna desiderano. Sia l'uomo sia la donna godono. Sia l'uomo sia la donna possono guidare, condurre il gioco della seduzione, insegnare all'altro. La premessa sulla quale si basa la storia d'amore di Claire e Jamie, nel primo dei romanzi della saga, è subito chiara: lei più grande di lui di cinque anni, lei più esperta, lui vergine. All'inizio è dunque lei che guida. E il momento del matrimonio è un capolavoro, sia nel libro sia nella trasposizione televisiva, proprio perché mette in scena una serie di amplessi paritari, sexy ma a tratti anche divertenti, in cui l'uomo e la donna sono sullo stesso piano – lei guarda lui, gli chiede di spogliarsi, poi lui fa altrettanto. Lei gode, e lui è frastornato nello scoprire che anche una donna “può”; poi è il suo turno di godere. Lei gli fa una fellatio, proprio durante la prima notte di nozze; lui la risveglia con un sensuale cunnilinguus, appena tre puntate dopo (nel libro, qualche capitolo dopo). La serie TV fa anzi addirittura un passo avanti in questo senso, rendendo il personaggio di Claire ancor più sessualmente emancipato rispetto al libro, e aggiungendo all'inizio alcune scene (quella del cunnilinguus con Frank nel sotterraneo delle rovine del castello di Leoch, prima di tutto) che ben dimostrano questa emancipazione, questa capacità di vivere il sesso senza tabù e con gioiosa consapevolezza. Anche il tema dello stupro è raccontato in maniera capovolta rispetto al consueto: la vittima della principale situazione di violenza sessuale – Wentworth, raccontata nelle ultime due puntate della prima serie –è un uomo, non una donna. E anzi gli sceneggiatori compiono un significativo passo avanti rispetto al libro, facendo vivere a Jamie in tutta la prima parte della seconda stagione una vera e propria sindrome da stress post traumatico (PTSD), che lo rende per qualche mese incapace di accostarsi a Claire dal punto di vista sessuale, bloccandolo e rendendolo fragile. Una situazione in cui nel 99,9% invece, nelle serie TV e in generale al cinema, si vedono le donne. Ancor più significativo è il proseguo della serie: dalla metà della terza stagione in poi la protagonista è una Claire cinquantenne, ancora perfettamente in grado di far impazzire il cuore e il corpo di Jamie. Una volta di più, un tabù televisivo viene demolito: quello che una donna matura non possa essere bella e attraente, avere e suscitare desiderio, avere una vita sessuale viva e appagante. Per questo e molto altro Outlander è una serie TV fuori dagli schemi, e decisamente orientata alla parità di genere. © insideoutlander

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