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Omosessualità

Vi è un gran dibattito, nei forum di fan della serie Outlander e tra i critici letterari e televisivi, rispetto all'attitudine di Diana Gabaldon verso il tema dell'omosessualità. L'autrice di Outlander è omofoba? La trama dei suoi libri (e di conseguenza della serie TV che il produttore Ronald D. Moore ne ha tratto) rivela un disprezzo nei confronti di chi ama persone del proprio stesso sesso?

Per quel che vale, la mia risposta è: no. Gabaldon crea un personaggio cattivo, cattivissimo, un sadico sociopatico: Black Jack Randall. Lo scopo di questo personaggio, durante i primi due libri della serie, è tormentare il protagonista, Jamie: dal loro primo incontro è un crescendo di soprusi e violenza; la sorella molestata, l'arresto per futili motivi, le prime frustate e poi le altre, che lasciano la schiena di Jamie sfigurata a vita. Fino alla notte più buia, a Wentworth. Black Jack Randall è ossessionato da Jamie Fraser. E capita che Black Jack Randall sia omosessuale (come, del resto, risulta statisticamente essere un decimo della popolazione mondiale). Dunque Jamie diventa il suo oggetto del desiderio. Il desiderio di un sadico sociopatico - così come esistono e sono sempre esistiti in tutte le epoche, nel mondo, sadici sociopatici eterosessuali che hanno devastato la vita di vittime del sesso opposto. Questa insana passione é funzionale alla trama; non avrebbe avuto senso - né sarebbe stato possibile - rendere Black Jack Randall ossessionato da Claire. Tutto quello che Randall compie di efferato su Jamie non va giudicato con la lente dell'orientamento sessuale, ma con quella – neutra – della (in)sanità mentale. Inoltre, il modo in cui viene raccontata / recepita nei romanzi – in particolare i primi due – l'omosessualità in genere (non solo nel caso di Randall, ma anche del duca di Sandringham per esempio) è semplicemente il riflesso della mentalità dell'epoca. Forse molti lo dimenticano, ma nel Settecento l'omosessualità era reato per lo stato e abominio diabolico per la Chiesa. E anche negli anni Quaranta del Novecento, l'epoca da cui proviene Claire, non si può certo dire che gli orientamenti sessuali differenti dall'eterosessualità fossero socialmente accettati e non discriminati. Dunque no, Gabaldon non è omofoba; sebbene abbia creato un personaggio ripugnante che tra le sue caratteristiche ha quella di essere omosessuale, è puerile accusarla di aver voluto con questo personaggio rappresentare in maniera irrispettosa o addirittura offensiva l'intera comunità omosessuale. (In effetti, poi, è interessante notare che l'autrice nega: qui un suo intervento in cui sostiene che Randall non sia affatto omosessuale, bensì un perverso sadico che sceglie sia vittime del suo stesso sesso sia vittime del sesso opposto). Peraltro, un personaggio della saga di Outlander che viene introdotto brevemente nel secondo capitolo, e che diventerà centrale nei romanzi e nelle stagioni tv successivi, è omosessuale: si tratta di Lord John Grey. Diana Gabaldon ha addirittura costruito una serie di romanzi incentrati proprio su di lui, una sorta di spin-off di Outlander. Lord John è un personaggio splendido, complesso e positivo: e Gabaldon non ha nessuna remora a descriverne anche gli incontri amorosi, con la stessa maestria con la quale nella saga principale descrive gli amplessi di Claire e Jamie (e di altri personaggi). Una scrittrice omofoba non sarebbe mai riuscita a creare un personaggio come Lord John. Detto questo, de gustibus non disputandum est: ogni lettore o spettatore è assolutamente libero di giudicare la storia e i personaggi a seconda della propria sensibilità, e scegliere se amare un certo libro, così con un film o una serie televisiva attraverso la griglia dei propri gusti e valori.

© insideoutlander

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