Quando Ronald D. Moore ha deciso di portare in televisione la saga letteraria di Outlander, ha scelto di basare la prima stagione sul primo libro di Diana Gabaldon, “Outlander” appunto (in italiano, “La Straniera”). Lo ha fatto, nella prima stagione, con una attenzione alla fedeltà tra libro e trasposizione filmica pressoché unica: puntata dopo puntata si ritrovano le stesse scene, nello stesso ordine cronologico, con le stesse battute e perfino in alcuni casi gli stessi movimenti e gesti dei personaggi. É una sensazione inebriante per chi, dopo aver visto o letto una delle due versioni, si imbatte nell'altra. Vi è però uno scostamento fondamentale. Un solo, singolo scostamento, che però impatta in maniera fortissima sulla storia: la data di avvio. In entrambe le versioni, la narrazione comincia nel 1945. Ma mentre nel libro la storia prende vita a fine aprile del 1945, e il passaggio di Claire attraverso le pietre avviene il giorno dopo il giorno di Bentane, che è variamente indicato nei calendari delle antiche festività pagane tra la fine di aprile e l'inizio di maggio (Gabaldon opta per il 30 aprile, dunque Claire sbarca nel Settecento il 1° maggio 1743: la data precisa emerge in una pagina di “Drums of autumn”, il quarto romanzo della saga) gli sceneggiatori della serie trasportano tutto avanti di 6 mesi. La prima puntata della prima stagione è dunque ambientata a fine ottobre del 1945, e il passaggio attraverso le pietre avviene il giorno dopo la festività di Halloween: Claire arriva nel 1743 il giorno 1° novembre. Non si tratta di un aspetto secondario: la modifica, al contrario, comporta innanzitutto due cambiamenti di grande rilevanza. Il primo riguarda la durata complessiva dagli eventi narrati: nel libro “La Straniera” essi coprono uno spazio temporale di circa 9 mesi, dall'inizio di maggio del 1743 alla fine di gennaio del 1744, con la fuga in Francia collocata negli ultimi giorni del 1743. Nella serie TV invece tutta la tempistica è sballata. Claire arriva a novembre del 1743 e la partenza verso la Francia avviene indicativamente a giugno del 1744, per un totale di otto mesi. Il secondo cambiamento sostanziale riguarda la durata complessiva della permanenza di Claire nel Settecento: lo spartiacque tanto nei libri (bisogna considerare “La Straniera” e il sequel “Dragonfly in amber”, in italiano pubblicato nei due tomi “L'amuleto d'ambra” e “Il ritorno”) quanto nella trasposizione televisiva è la battaglia di Culloden, che essendo un fatto storico non può essere spostata sul calendario. Dunque, di fatto, la serie TV ha scelto scientemente di togliere 6 mesi alla storia di Jamie e Claire, facendo sì che il viaggio nel tempo di quest'ultima duri 2 anni e mezzo anziché 3. La domanda che sorge sempre in questi casi, e che è in effetti il motivo che mi ha stimolato a scrivere queste pagine e aprire questo sito, è: perché? Questa scelta peraltro mi sembrava rendere inutilmente più complicato il lavoro di trasposizione dal libro alla televisione per gli sceneggiatori: perché ovviamente, cambiando la stagione, molti momenti sono dovuti essere soppressi, alcuni particolari (per esempio, il 27esimo compleanno di Claire nel Settecento) tagliati, sempre con il rischio che cambiando di qua e cambiando di là si cadesse in una contraddizione o incongruenza, rischiando di minare il rapporto di fiducia con lo spettatore e il patto che sta alla base della sospensione dell'incredulità. Invece la scelta di posporre di sei mesi l'avvio della storia ha una sua ragione, che sta nella credibilità storica dell'ambientazione. Quando Gabaldon ha per la prima volta pubblicato il libro, lo ha fatto negli USA. Lì la casa editrice non ha avuto nulla da eccepire alla collocazione temporale degli eventi: l'autrice aveva posto l'incipit della storia a fine aprile del 1945, raccontando che la II^ guerra mondiale era appena finita e che finalmente i coniugi Randall, vissuti separati durante il conflitto, si stavano ritrovando attraverso una seconda luna di miele in Scozia. Ma quando i diritti del romanzo sono stati venduti in UK una scrittrice scozzese esperta di storia, coinvolta dalla casa editrice, ha avuto da eccepire che la situazione rappresentata da Gabaldon non fosse molto credibile in una ambientazione nella Scozia del 1945, ma che sarebbe stata invece credibile nel 1946. Non che ci fosse bisogno di scomodare un'esperta di storia. In effetti, Adolf Hitler si suicidò il 30 aprile del 1945 e la data ufficiale di fine della seconda guerra mondiale è l'8 maggio, con l'annuncio di Winston Churchill del “Victory in Europe”, il giorno della vittoria. Prima di quella data i due personaggi di Claire e di Frank, rispettivamente infermiera da campo nell'esercito e ufficiale dei servizi segreti britannici, non avrebbero potuto essere già congedati e gironzolare per la Scozia in vacanza, tantomeno affermare che la guerra fosse finita. Dunque di fatto l'originale del capolavoro di Diana Gabaldon, capostipite della saga di Outlander, contiene nelle prime pagine uno strafalcione enorme dal punto di vista storico. Eppure solo per l'edizione UK (assurdamente!), l'errore venne corretto, apportando il cambiamento e ambientando gli avvenimenti dei primissimi capitoli nell'aprile 1946 anziché nell'aprile 1945. La casa editrice americana, come racconta la stessa Gabaldon nel suo sito ufficiale, nel 1991 non accondiscese infatti a rimettere mano al testo, che peraltro stava già per essere stampato e distribuito nella sua prima edizione. E così, negli anni e nelle decine di successive ristampe, così come nelle traduzioni in altre lingue, lo strafalcione è rimasto – facendo sicuramente storcere il naso a qualche lettore particolarmente appassionato di storia.
Cosa ancor più allucinante, tuttora nella versione per il mercato UK il libro continua a riportare una ambientazione nel 1946: perfino in una edizione stampata nel 2014 dalla casa editrice inglese (Arrow-Penguin, per la cronaca). Col risultato che ad oggi lo stesso romanzo esiste, in edizioni fresche di stampa, con l'incipit ambientato in due anni diversi: evidentemente non è bastato un quarto di secolo alla casa editrice inglese e a quella americana per accordarsi su una versione univoca. Per la TV, Ronald D. Moore e il suo staff hanno cercato un punto di equilibrio tra le due versioni; dovendo affrontare un pubblico televisivo ormai molto attento e poco clemente con gli strafalcioni storici, hanno trovato un modo per lasciare l'incipit nel 1945 ma rendere la situazione credibile. Usare l'autunno, con il giorno dopo Halloween come giorno di passaggio di Claire attraverso le pietre, in effetti ha funzionato bene.
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