... o quantomeno: non del tutto. I fantasy infatti si possono grossolanamente suddividere in due grandi gruppi (peraltro molto spesso sovrapposti e intersecati). Da una parte vi sono quelli che mettono in scena mondi e situazioni completamente irreali: le storie si svolgono su pianeti fantastici. È il caso del fantasy per eccellenza, “Il Signore degli Anelli“, libro-saga di J. R. R. Tolkien poi trasformato in film a puntate; oppure, più di recente, per esempio la serie tv “Game of thrones”, basata sulla serie di romanzi di George R. R. Martin. In questi libri/film il contatto con la realtà è tranciato fin dall'ambientazione: il lettore o spettatore si rende subito conto che i personaggi irreali agiscono in contesti irreali. Vi è poi un altro filone di fantasy, in cui personaggi con poteri straordinari vengono collocati in contesti relativamente ordinari. Qui il caso da manuale è la saga di Twilight (anche qui una trasposizione filmica – in questo caso una quadrilogia di film – tratta da una serie di libri di Stephenie Meyer) : vampiri e lupi mannari vivono gomito a gomito con le persone ”normali”, finché la protagonista, una ragazza appunto “normale”, non entra in contatto con loro e scopre i loro segreti. Ovviamente anche tutte le storie con supereroi, da Superman e Batman in giù, sono variamente dentro questi filoni. Outlander non ha niente di tutto questo. É in effetti un romanzo d'amore e avventura con una ambientazione in un Paese del tutto reale (la Scozia, che non a caso ha beneficiato enormemente dal punto di vista turistico del successo della saga, accogliendo da oltre un ventennio viaggiatori amanti della storia Jamie e Claire creata da Diana Gabaldon cui si sono aggiunti, più di recente, i fan della serie TV), con l'aggiunta di un inquadramento storico preciso. E allora l'aspetto fantasy? Esso è limitato e circoscritto a un singolo evento “soprannaturale” – il viaggio nel tempo una tantum, attraverso le pietre – ma tutto il resto della narrazione é ancorato alla realtà. Le persone sono persone, nascono, muoiono, si ammalano di malattie realmente esistenti, le stagioni si susseguono normalmente, i luoghi esistono nelle vere carte geografiche. Anzi in particolare le ambientazioni storiche sono ricostruite in maniera rigorosa, le guerre, le battaglie, i movimenti politici del Settecento e i personaggi storici vengono citati in maniera appropriata (dai, sorvoliamo sull'incidente della data di fine della II^ guerra mondiale). Anche la protagonista, Claire, che vive la straordinaria esperienza del viaggio nel tempo, non acquisisce per questo particolari capacità o poteri sovrannaturali. Dunque l'unico elemento fantasy che connota la saga di Outlander è il momento in cui le pietre di Craigh na dun funzionano da navicella temporale. Siamo lontani anni luce dal fantasy puro, che mette in scena mondi completamente inventati oppure personaggi dotati di poteri soprannaturali. Visto da quest'ottica, un prodotto come Outlander può essere accomunato a un capolavoro della letteratura, “Orlando”, romanzo di Virginia Woolf trasposto per il cinema all'inizio degli anni Novanta con protagonista l'attrice Tilda Swinton; o in tempi più recenti a un film come “Adaline, l'eterna giovinezza”. Non a caso in entrambi i casi si tratta di storie in cui l'evento sovrannaturale accade una tantum, e consiste nel “blocco dell'invecchiamento”: i due protagonisti, inizialmente “normali”, a un certo punto smettono di invecchiare, divenendo pressoché immortali – nel caso di Orlando poi sopravviene anche un cambio di sesso. Ma la vita intorno a loro, le persone, i fatti storici, le città rimangono reali. Anche se, in realtà, anche questo paragone risulta alla fine improprio, perché in effetti Claire non smette di invecchiare dopo il passaggio attraverso le pietre! Chi leggesse i romanzi della Gabaldon aprendoli a caso, o si sintonizzasse su una puntata della serie TV facendo zapping, non si accorgerebbe affatto di leggere o guardare una storia “sovrannaturale”, perché nella vita di Claire nel Settecento non vi è nulla di sovrannaturale... a parte il modo in cui è stata trasportata lì da un'altra epoca. Tutto sommato, pochino per pretendere di definire questi libri, o la serie TV che ne è stata tratta, un fantasy – con tutto il rispetto per questo genere! © insideoutlander